In soli due anni cresce a ritmi percentuali a due cifre il numero di ristoranti segnalati nella Guida Ristoranti d’Italia 2011 de L’Espresso come “Tavole della birra” per la qualità nell’offerta e nel servizio di questa bevanda. Lazio, Lombardia ed Emilia Romagna le regioni più attente a questa nuova tendenza. E a novembre la novità: la prima Guida dedicata interamente a questo fenomeno, firmata L’Espresso e AssoBirra
Tra birra e cucina mediterranea è sempre più amore a prima vista. In una sorta di “ritorno alle origini” di un prodotto che proprio nel Mediterraneo è nato prima di diffondersi, per le sue qualità, in ogni angolo del pianeta. Un matrimonio che “s’ha da fare” non solo secondo gli esperti, ma anche per una crescente fascia della popolazione che sta imparando ad apprezzare le numerosissime possibilità di abbinamento delle birre in una cena di qualità. Una tendenza che L’Espresso, in collaborazione con AssoBirra – Associazione degli Industriali della Birra e del Malto, ha scelto quest’anno di fotografare in ben due iniziative editoriali. Sul fronte della ristorazione, come da tre anni a questa parte, La Guida L’Espresso “Ristoranti d’Italia 2011” segnala ben 164 ristoranti forniti di una buona offerta di birre con la dicitura “Le Tavole della Birra”. Un gustoso antipasto in attesa della pubblicazione, a novembre, della Guida “Le Tavole della Birra”, dove saranno recensiti in chiave birraria tantissimi locali dove questa bevanda è particolarmente valorizzata.
I ristoranti segnalati come “Tavole della Birra” offrono ai loro clienti un’adeguata selezione di stili ed etichette (in Italia ne esistono circa 1500 tra marchi storici e specialità artigianali) e prestano attenzione al suo servizio a regola d’arte per esaltarne il gusto: a partire dalla corretta quantità di schiuma (alta circa due dita e ben compatta), passando per la scelta del bicchiere “giusto”, fino alla temperatura adeguata alla gradazione alcolica della birra.
Dal computo regionale delle Tavole della Birra nella Guida Ristoranti 2011, emerge la dimensione trasversale del fenomeno. Al vertice il Lazio, con 22 ristoranti, davanti a Lombardia ed Emilia Romagna (con 19 segnalazioni a testa), quindi Campania (14), Toscana (13), Abruzzo (11) e Piemonte (10). Colpisce, inoltre la crescita a due cifre del fenomeno. Dalla Guida 2009, edizione che per la prima volta aveva realizzato questo “censimento al luppolo”, i ristoranti attenti alla cultura della birra sono aumentati di oltre il 20%.
Birra, la più bevuta al ristorante
Un’ulteriore conferma della rilevanza della birra alla mediteranea arriva dall’indagine Makno-AssoBirra “Gli italiani e la birra 2010”: quest’anno i consumatori di birra nei pasti fuori casa (al ristorante, nelle trattorie e pizzerie) sono aumentati del +148%. Un risultato che vale alla birra la palma di regina dei pasti fuori casa: se appena 7 anni fa il vino dominava con il 38,4% dei consensi (la birra era al 22,7%) oggi la situazione si è capovolta con la birra al 20,6% e il vino – comunque in ripresa rispetto allo scorso anno – al 18%. Continua invece una situazione di testa a testa tra birra e vino (rispettivamente 46,9% e 47%) se prendiamo in considerazione solo i pasti fuori casa del week end e dei festivi.
I foodies: oltre 6 milioni di “tifosissimi” della birra habitué dei ristoranti
Va rilevato che il gradimento verso la birra sale in proporzione alla conoscenza del prodotto. Lo conferma la dichiarazione d’amore ricevuta dai cosiddetti “foodies”, ovvero gli italiani che condividono una particolare passione per il gusto di mangiare e bere bene, vanno più spesso al ristorante nei fine settimana e organizzano con una frequenza superiore rispetto allo standard nazionale cene e pranzi “speciali”. Questa avanguardia gourmet non è però una piccola élite e, cosa più rilevante, risulta in crescita: 10% degli italiani lo scorso anno, 12,4% nel 2010. Parliamo di 6,2 milioni di italiani che si accostano alla birra con più curiosità e meno pregiudizi, che nella birra hanno scoperto un nuovo mondo del piacere, del conoscere e del bere all’italiana. Tanto che tra loro i consumatori di birra salgono al 66,2% del campione (10% in più della media nazionale).
Makno/AssoBirra: birra sì, ma con la schiuma…
Altro segnale di una crescente cultura di prodotto: nel 2010 saper qualcosa di birra è ormai d’obbligo per gli italiani. La ricerca Makno 2010 rivela che la maggioranza ha i suoi stili preferiti, sceglie un bicchiere specifico, sa versarla correttamente. Partiamo dalla “beer etiquette”: 1 italiano su 2 la sa spillare correttamente (versandola prima lentamente, poi velocemente inclinando il bicchiere). E ormai solo 1 su 4 (-31% rispetto all’anno scorso) si ostina a berla senza le proverbiali “due dita” di schiuma, vero segreto per esaltare il gusto e preservare le caratteristiche organolettiche della bevanda. Sono meno della metà rispetto all’anno scorso (da 42,1% a 25,3%) i consumatori che la bevono da un bicchiere qualsiasi, mentre triplicano quanti cercano quello “giusto” a seconda dello stile birrario.
